Conoscere i mestieri: l’idraulico

Il rubinetto perde? La caldaia “va in blocco”? Quando capitano inconvenienti domestici di questo tipo è consigliabile affidarsi a chi sa dove mettere le mani: l’idraulico. Nel senso comune l’idraulico è il tecnico che viene in casa a riparare le tubature difettose: in realtà si tratta di una figura professionale con competenze molto ampie, che arriva a comprendere anche chi realizza, installa e mette a norma impianti complessi per grandi cantieri edili, sia civili che industriali. Una figura molto ricercata dalle imprese. “Il comparto della termoidraulica è in decisa crescita e osserva il segretario generale dell’Unione Artigiani di Milano, Marco Accornero – e offre notevoli sbocchi occupazionali. Purtroppo, però, questo tipo di profili non sono facili da reperire sul mercato. Il problema è che i giovani hanno sempre meno voglia di svolgere attività nelle quali bisogna sporcarsi le mani. Oggi, anche su pressione delle famiglie, ambiscono tutti alla ‘giacca e cravatta’ e così bisogna ricorrere agli stranieri, con i problemi di formazione e di lingua che ciò comporta. A differenza di quello che si crede: continua Accornero -, quella dell’idraulico è una professione qu alificata, che non si impara dall’oggi al domani. E’ una professione sicura, che consente di guadagnare discretamente bene e un domani, dopo aver accumulato la necessaria esperienza, di mettersi in proprio”.
Questa figura (al pari di tante altre del mondo dell’artigianato) paga una cattiva fama. In realtà, un bravo idraulico oltre a due buone braccia deve avere anche una “bella testa”: accanto a una certa attitudine al lavoro manuale è, infatti, richiesto un notevole bagaglio di competenze tecniche e teoriche, che vanno continuamente aggiornate. Il contratto nazionale di riferimento è quello metalmeccanico del comparto artigianato. In genere i giovani vengono assunti come apprendisti. Secondo una stima di Confartigianato in Italia sono attive circa 180mila imprese, che occupano oltre 400mila persone. La stragrande maggioranza sono di piccole dimensioni: tre, quattro addetti al massimo, oltre al titolare. Tante sono ditte individuali. Per avviare un’attività autonoma (e quindi iscriversi alla Camera di commercio) bisogna possedere i requisiti definiti dalla legge numero 46 del 5 marzo 1990 (“Norme per la sicurezza degli impianti”). L’abilitazione è concessa automaticamente a chi è laureato con un indirizzo tecnico specifico (ingegneria), mentre i non laureati devono dimostrare di avere alle spalle un certo periodo di pratica come lavoratori dipendenti: un anno continuativo per i diplomati in materie attinenti, due consecutivi per chi ha un attestato di qualifica professionale, almeno tre consecutivi per chi non possiede alcun titolo di studio.

 

Formazione dell’idraulico

Per imparare i segreti del mestiere è fondamentale l’esperienza sul campo, ma è altrettanto fondamentale avere alle spalle un adeguato bagaglio formativo. Un giovane che esce dalle scuole medie e aspira a diventare idraulico può iscriversi a una scuola professionale o a un istituto tecnico industriale. Le scuole professionali sono organizzate a livello regionale, erogano corsi triennali e rilasciano un attestato di qualifica. Gli istituti tecnici sono organizzati a livello statale, erogano corsi quinquennali e rilasciano un diploma che consente di accedere all’università.
“I percorsi offerti dalle scuole professionali” spiega Francesco Cacopardi, direttore dell’Istituto Gatti, centro di formazione della Confartigianato milanese  “durano circa mille ore all’anno, di cui una parte, soprattutto al terzo anno, viene svolta in stage presso le aziende. Negli istituti tecnici, il profilo dell’idraulico viene trattato nel più generale indirizzo degli impiantisti termoidraulici. La domanda delle imprese è molto alta. Un giovane dotato di qualifica o di diploma trova subito lavoro”.
I piani di studio rivolti a queste figure, oltre a nozioni di cultura generale (italiano, storia, matematica, fisica, inglese, informatica), prevedono numerose materie dedicate: idrostatica, idrodinamica, teoria della combustione, termotecnica, tipologie di impianti di riscaldamento, reti idrauliche, saldatura, elementi di disegno tecnico, legislazione di settore. L’inserimento in azienda per chi esce dalla scuola avviene con il contratto di apprendistato, che prevede un ulteriore obbligo formativo di 120 ore annue: 80 di specializzazione e 40 a carattere “trasversale” che riguardano, in particolare, i temi della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Oltre ai corsi per ragazzi in obbligo scolastico, sul territorio si trovano anche moduli per adulti .

Fonte: CISL Milano